Sicilia. L’isola più grande del Mar Mediterraneo. Da nativo siciliano non posso che essere strettamente legato al mare. Se poi si nasce (e cresce) in una città costiera come Catania, il legame col mare è qualcosa di imprescindibile. Ma la Sicilia non è solo mare. Gran parte del territorio è un misto tra collinare e montuoso, con l'Appennino Siculo come proseguimento naturale della catena appenninica che, così, corre lungo tutta l’Italia da nord a sud. E poi c’è lei, l’Etna: vulcano attivo, il più alto d’Europa con i suoi 3340 metri circa s.l.m. (infatti, a causa della continua attività eruttiva, la sommità vulcanica è in continuo divenire). In questa pagina troverete così una Sicilia raccontata attraverso le mie fotografie: costiere, collinari, montuose, di laghi e fiumi e cascate e, ovviamente, lei: l'Etna.
Prima di continuare, mi piace lasciarvi di seguito una delle tante leggende che si susseguono sulla nascita di questa terra.
Prima di continuare, mi piace lasciarvi di seguito una delle tante leggende che si susseguono sulla nascita di questa terra.
Si narra del gigante Tifeo condannato dagli Dei a sorreggere la Sicilia per aver osato sfidare Zeus, scalando il cielo per impadronirsi dell’Olimpo, imitando i Titani. Tifeo, colpito da un masso scagliato dalla dea Atena, venne rimandato giù sulla Terra. Il masso prese il nome di Sicilia. Oggi, Tifeo con la mano destra sorregge Peloro (Messina), con la sinistra Pachino, con le gambe sorregge Lilibeo (Marsala) e con la testa l'Etna, vomitando fiamme dalla bocca. Alle volte Tifeo prova a scrollarsi di dosso il peso dell'isola, delle montagne e delle città ed è in quel momento che la terra trema producendo terremoti.
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Le terre
La Sicilia offre un territorio prevalentemente collinare e montuoso. Nella parte orientale dove vivo io, i rilievi montuosi dei Peloritani, Nebrobi e Madonie costituiscono l'Appennino Siculo e si sviluppano come naturale continuazione dell'Appennino Calabro. Mi reputo molto fortunato a vivere in questa parte dell'isola, in quanto qui si trova anche il vulcano Etna, le cui frequenti eruzioni hanno ricoperto il territorio circostante della sua lava nera. L'Etna, quindi, è uno dei principali soggetti che potrete ammirare nei miei scatti, mettendosi in mostra in tanti scenari diversi, dove cerco sempre di renderle omaggio al meglio. Limitate sono le pianure, tra le quali va ricordata la piana di Catania come principale zona pianeggiante. Nonostante la sua vicinanza al vulcano, la piana di Catania non è di origine vulcanica bensì di origine alluvionale, essendo stata creata dai detriti trasportati nei secoli da diversi fiumi quali Dittaino, Gornalunga, Simeto e San Leonardo.
Nella maggior parte delle mie fotografie mi piace raccontare le terre sicule orientali quali i calanchi, un tempo attraversati da antichi fiumi, e per lo più i monti Nebrodi quali principale scenario montuoso in questa parte di Sicilia. Molto numerosi sono anche resti di antichi castelli rurali.
Nella maggior parte delle mie fotografie mi piace raccontare le terre sicule orientali quali i calanchi, un tempo attraversati da antichi fiumi, e per lo più i monti Nebrodi quali principale scenario montuoso in questa parte di Sicilia. Molto numerosi sono anche resti di antichi castelli rurali.
etna, il vulcano
«…l'Etna nevoso, colonna del cielo
d'acuto gelo perenne nutrice
lo comprime.
Sgorgano da segrete caverne
fonti purissime d'orrido fuoco,
fiumi nel giorno riversano
corrente di livido fumo
e nella notte rotola
con bagliori di sangue
rocce portando alla discesa
profonda del mare, con fragore.»
Pindaro, "Ode Pitica I", 470 a.C.
d'acuto gelo perenne nutrice
lo comprime.
Sgorgano da segrete caverne
fonti purissime d'orrido fuoco,
fiumi nel giorno riversano
corrente di livido fumo
e nella notte rotola
con bagliori di sangue
rocce portando alla discesa
profonda del mare, con fragore.»
Pindaro, "Ode Pitica I", 470 a.C.
L'etimologia del nome Etna è da sempre dibattuta. Sembrerebbe risalire alla pronuncia del toponimo greco Aitna che deriva dalla parola del greco classico aitho ovvero bruciare.
L'Etna è un vulcano attivo: per l'esattezza, il vulcano attivo più alto d'Europa! A differenza dello Stromboli, che è in perenne attività, e del Vesuvio, che alterna periodi di quiescenza molto lunghi, l'Etna si mostra sempre sovrastata da un pennacchio di fumo ed entra continuamente in eruzione nel corso dell'anno, a periodi abbastanza ravvicinati. In siciliano viene anche chiamata "a Muntagna", anche se quando mi inoltro e passeggio nei suoi sentieri, capisco che non è una semplice montagna ma che sotto di me vi è qualcosa che "vive" e che da un momento all'altro può risvegliarsi, con i suoi continui sbuffi di cenere. Infatti, caratteristici della sua attività sono i degassamenti e l'emissione di sabbia vulcanica a cui fa seguito l'emissione di lava. Strabilianti sono le attività stromboliane che ci regala e che attirano folle di visitatori d'ogni parte del mondo per via della loro spettacolarità.
L'Etna è un vulcano attivo: per l'esattezza, il vulcano attivo più alto d'Europa! A differenza dello Stromboli, che è in perenne attività, e del Vesuvio, che alterna periodi di quiescenza molto lunghi, l'Etna si mostra sempre sovrastata da un pennacchio di fumo ed entra continuamente in eruzione nel corso dell'anno, a periodi abbastanza ravvicinati. In siciliano viene anche chiamata "a Muntagna", anche se quando mi inoltro e passeggio nei suoi sentieri, capisco che non è una semplice montagna ma che sotto di me vi è qualcosa che "vive" e che da un momento all'altro può risvegliarsi, con i suoi continui sbuffi di cenere. Infatti, caratteristici della sua attività sono i degassamenti e l'emissione di sabbia vulcanica a cui fa seguito l'emissione di lava. Strabilianti sono le attività stromboliane che ci regala e che attirano folle di visitatori d'ogni parte del mondo per via della loro spettacolarità.
La genesi dell'Etna risale a circa 600 000 anni fa. Prima della sua nascita, si ritiene che vi fosse al suo posto un golfo nel punto di contatto tra la zolla euro-asiatica a nord e la zolla africana a sud. Fu proprio il colossale attrito tra le due zolle a dare origine alle prime eruzioni sottomarine di lava basaltica fluidissima con la nascita dei primi coni vulcanici. Nel corso di centinaia di migliaia di anni la composizione magmatica non è rimasta sempre uguale, diventando via via sempre più viscosa. Ciò ha causato anche lo spostamento degli assi eruttivi verso nord e verso ovest con un contemporaneo mutamento nell'attività di risalita e nei meccanismi di effusione. Famosa è la Valle del Bove, una caldera profonda circa mille metri e larga cinque chilometri, formatasi circa 55 000 anni fa dal collasso della bocca vulcanica nota come Trifoglietto II, lasciando esposti sulle pareti affioramenti di rocce piroclastiche che evidenziano lo stile particolarmente esplosivo dell'allora attività. L'esplosività è probabilmente collegata alle grandi quantità di acqua nell'edificio vulcanico che vaporizzandosi frammentava il magma.
I mari
La Sicilia si estende con forma triangolare. Per questo è anticamente conosciuta anche sotto il nome di Trinacria, termine di origine greca potrebbe significare treis (tre) e àkra (promontori) che rappresentano i tre vertici del triangolo. I tre litorali offrono coste molto varie con spiagge che vanno dai ciottoli, a rocce vulcaniche fino a sabbie finissime. Vivendo nel catanese, conosco molto bene il litorale che affaccia sullo Ionio. Da Messina a Siracusa passando per Catania, ho la possibilità di fotografare le più varie tipologie di spiagge. Soprattutto nel catanese, le coste sono decisamente molto caratteristiche essendo formate da affioramenti lavici essendosi formati da eruzioni primordiali. Famosissima la Riviera dei Ciclopi, un tratto di costa che si estende da Acireale e paesi limitrofi fino ad Aci Castello, attorno alla quale si susseguono diverse storie legate alla mitologia greca, e che lo scrittore catanese Giovanni Verga uso per ambientare il suo romanzo I Malavoglia. Ci sarebbe molto su cui argomentare su questo tratto di costa, mi limito a raccontarlo attraverso i miei scatti che ritraggono i faraglioni di Aci Trezza, diventati famosi grazie a Omero che li cita nella sua Odissea quando Polifemo li scagliò contro un Ulisse in fuga. La garitta di "pietra salpa" nota anche come fortezza del Tocco, fortilizio costruito a Santa Maria La Scala nel XVII secolo con vista mare durate la dominazione spagnola a difesa di Acireale. Altro scenario d'interesse è la garitta dello Scalo Pennisi nel paesino di Santa Tecla, costruita nel XVI secolo, al fine di proteggere il territorio dalle incursione dei corsari. A Catania la costa non è solo scogliere rocciose magmatiche, ma offre anche lunghi tratti di spiagge sabbiose dorate dove sfocia il fiume Simeto.
In direzione nord verso Messina la costa si caratterizza per spiagge di ghiaia e ciottoli. Famosissima è l'Isola Bella sul lungomare di Taormina, un fazzoletto di costa vero e proprio angolo di paradiso: non a caso è nota anche come "la perla del Mediterraneo"! In base alla marea, uno stretto tratto di spiaggia può scoprirsi rendendola facilmente accessibile a piedi.
Il litorale orientale muta nuovamente procedendo verso sud, caratterizzato dalla famosa pietra bianca di Siracusa nota anche come pietra arenaria. Si tratta di una pietra calcarea di origine sedimentaria risalente a 20 milioni di anni fa. Il chiaro colore delle spiagge mette in risalto un mare verde smeraldo sicuramente tra i più affascinanti che abbia mai visto!
In direzione nord verso Messina la costa si caratterizza per spiagge di ghiaia e ciottoli. Famosissima è l'Isola Bella sul lungomare di Taormina, un fazzoletto di costa vero e proprio angolo di paradiso: non a caso è nota anche come "la perla del Mediterraneo"! In base alla marea, uno stretto tratto di spiaggia può scoprirsi rendendola facilmente accessibile a piedi.
Il litorale orientale muta nuovamente procedendo verso sud, caratterizzato dalla famosa pietra bianca di Siracusa nota anche come pietra arenaria. Si tratta di una pietra calcarea di origine sedimentaria risalente a 20 milioni di anni fa. Il chiaro colore delle spiagge mette in risalto un mare verde smeraldo sicuramente tra i più affascinanti che abbia mai visto!
Fiumi e laghi
Posso certamente affermare che la Sicilia non è famosa per fiumi e laghi. Infatti, i principali fiumi sono tutti di portata ed estensione limitata. Nella parte orientale il Simeto e l'Alcantara sono quelli più fotografati, i quali sorgendo dai monti Nebrodi sfociano nel Mar Ionio. Entrambi si caratterizzano per alcuni tratti dei loro corsi d'acqua che scorrono tra stretti e ripidi canali basaltici originatisi centinaia di migliaia di anni fa da eruzioni primordiali che ne causarono addirittura deviazioni dei loro corsi. Di grande interesse turistico, sia per fotografi o per semplici visitatori, sono i sentieri delle gurne e delle gole dell'Alcantara. Le gurne sono delle splendide piscine naturali che si formano lungo il corso del fiume, le gole sono invece degli splendidi canali basaltici molto stretti e ripidi che, soprattutto nel periodo estivo, si possono risalire con adeguate attrezzature e guide. Altri fiumi e corsi minori molto fotografati in questa parte di Sicilia sono il fiume Flascio, uno dei maggiori affluenti dell'Alcantara, e il fiume Oxena nella piana di Catania.
Riguardo i laghi, la maggior parte sono di origine artificiale ottenuti per intercettamento dei corsi d'acqua. Nella parte centro-orientale se ne trovano diversi, con estensioni variabili. Tra i più fotografati vi è il lago Pozzillo (tra i maggiori per volume d'acqua) situato nell'entroterra ennese. Incastonati tra i monti Nebrodi, per me tra i più belli in assoluto vi sono i laghi Maulazzo, Biviere e Trearie. Questi, purtroppo, non sono semplici da raggiungere per via del territorio sterrato, ma fortunatamente ho la possibilità di visitarli più volte durante l'anno grazie ai miei amici muniti di fuoristrada.
Riguardo i laghi, la maggior parte sono di origine artificiale ottenuti per intercettamento dei corsi d'acqua. Nella parte centro-orientale se ne trovano diversi, con estensioni variabili. Tra i più fotografati vi è il lago Pozzillo (tra i maggiori per volume d'acqua) situato nell'entroterra ennese. Incastonati tra i monti Nebrodi, per me tra i più belli in assoluto vi sono i laghi Maulazzo, Biviere e Trearie. Questi, purtroppo, non sono semplici da raggiungere per via del territorio sterrato, ma fortunatamente ho la possibilità di visitarli più volte durante l'anno grazie ai miei amici muniti di fuoristrada.
I BOSCHI
Diversi sono i parchi naturali e le riserve protette che possiamo visitare in Sicilia e di cui possiamo goderne i boschi e i rilassanti sentieri che li attraversano. Tra quelli che maggiormente visito durante l'anno vi sono il Parco dell'Etna, il Parco dei Nebrodi e il Parco fluviale dell'Alcantara. Il Parco dell'Etna ci mostra una disomogeneità e varietà davvero intrigante. Infatti, le zone sommitali sono veri e propri deserti lavici, dove nessuna specie riesce a sopravvivere. Scendendo di quota invece possiamo visita, dai 2500 metri in giù, affascinanti distese di astragalo siciliano, un arbusto spinoso che in primavera ci delizia con bellissime fioriture dalle tonalità rosa-violacee. Piccola curiosità: il frutto di questa pianta è un legume! Altra vegetazione tipica dei terreni lavici è la ginestra dell'Etna, che cresce come albero e i cui fiori sono di un caratteristico colore giallo. Scendendo di quota, al di sotto dei 2000 metri, possiamo invece godere di bellissime aree boschive quali pinete, faggeti, castagneti e betulle tipiche di questi territori. Insomma, come già anticipato, la biodiversità floreale dell'Etna è davvero unica!
Anche il parco dei Nebrodi offre, in modo diverso ma altrettanto intrigante, una biodiversità sia in termini di flora che di conformazione territoriale. Esso infatti si estende da poche decine di metri fino al oltre 1800 metri s.l.v., caratterizzato da terreni argillosi e arenari. Anche qui, la vegetazione varia molto con l'altitudine e salendo passiamo da boschi sempreverdi di querce di sughero, lecceti, cerreti e faggeti. Molto caratteristici e simpatici da incontrare mentre si passeggia tra i boschi dei Nedrodi sono i maialini neri, simbolo di questi luoghi, lasciati liberi di pascolare allo stato brado.
Anche il parco dei Nebrodi offre, in modo diverso ma altrettanto intrigante, una biodiversità sia in termini di flora che di conformazione territoriale. Esso infatti si estende da poche decine di metri fino al oltre 1800 metri s.l.v., caratterizzato da terreni argillosi e arenari. Anche qui, la vegetazione varia molto con l'altitudine e salendo passiamo da boschi sempreverdi di querce di sughero, lecceti, cerreti e faggeti. Molto caratteristici e simpatici da incontrare mentre si passeggia tra i boschi dei Nedrodi sono i maialini neri, simbolo di questi luoghi, lasciati liberi di pascolare allo stato brado.
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