In questo articolo vedremo uno dei principali problemi che affligge le ottiche fotografiche: l’aberrazione cromatica. Si tratta di un fenomeno fisico che può altamente compromettere la qualità di un’immagine, in quanto crea una separazione dei colori molto accentuata su bordi e profili dei soggetti presenti nelle nostre immagini. Nell'immagine seguente è mostrato un classico esempio di aberrazione cromatica che si crea lungo i bordi dei rami e delle foglie quando vengono riprese in condizioni di forte contrasto. Si genere un'evidente separazione dei blu e dei ciano con un effetto globale molto sgradevole. Credits: Wikipedia Senza entrare troppo nei tecnicismi della fisica ottica, cerchiamo di capire di cosa si tratta e come cercare di gestirla al fine di limitarla. Cos’è l’aberrazione cromatica? L’aberrazione cromatica è nota anche col termine inglese color fringing. È un problema molto comune in fotografia e nasce quando la luce attraversa e viene rifratta da un materiale trasparente come un prisma di vetro (o come le nostre ottiche). La rifrazione della luce bianca ad opera di un prisma di vetro, per chi non lo sapesse, porta alla sua scomposizione e separazione nella varie lunghezze d’onda ovvero nei vari colori. Pensate un po’ alla copertina dell’album “The Dark Side of The Moon” dei Pink Floyd: un raggio di luce bianca che incide su un prisma e lo attraversa viene scomposta nelle sue singole componenti luminose. Credits: Pink Floyd, "The Dark Side Of The Moon" Se la piegatura e rifrazione dei raggi non avviene in modo opportuno, questi non verranno focalizzati correttamente sul piano focale. Credits: Wikipedia Se queste parole possono un attimo mettere un po’ di confusione, vediamo praticamente di cosa stiamo parlando. Nel caso di noi fotografi, il piano focale da considerare è quello del nostro sensore. Per arrivarci, la luce deve attraversare la nostra lente che agisce come un prisma. In funzione della costruzione dell’obiettivo, cioè delle varie lenti interne che lo compongono, della loro qualità e anche dalle nostre impostazioni di scatto come la lunghezza focale e perfino l’apertura di diaframma, alcuni raggi che compongono la luce vengono separati e focalizzati non esattamente tutti sullo stesso punto sul nostro sensore: alcuni verranno focalizzati un “pizzico” prima e dopo il piano del sensore ed in questo caso si parla di aberrazione cromatica assiale. Inoltre, esiste anche una aberrazione cromatica trasversale in cui le varie lunghezza d’onda vengono focalizzate sullo stesso piano focale ma non nello stesso punto ma in punti separati. Credits: Sony.it I produttori di obiettivi fotografici tengono conto nelle loro progettazioni di tutti questi fenomeni ottici che possono portare ad aberrazioni. La progettazione, infatti, prevede uno schema ottico ben preciso. All'interno del barilotto del nostro obiettivo troviamo quindi una serie di lenti convergenti e divergenti che, inoltre, hanno indici di rifrazione compensativi. In questo modo riescono a focalizzare i raggi in modo quanto più preciso possibile. Oltre che dallo schema ottico, la progettazione di un'ottica di qualità dipende anche dai trattamenti superficiali dei singoli vetri. Ciò è quello che solitamente incrementa i costi di produzione (e quindi di vendita) di ottiche professionali. Nell'immagine seguente riporto un esempio di schema ottimo dell'obiettivo Nikkor 14-24 f/2.8G ED. Credits: Nikkor 14-24 f/2.8G ED (14 elementi in 11 gruppi (con 2 lenti in vetro ED, 3 lenti asferiche e una con trattamento Nano Crystal Coat) Come possiamo ridurre l’aberrazione cromatica?
Purtroppo non possiamo annullare l’aberrazione cromatica del tutto ma possiamo ridurla quanto più possibile.
Conclusioni Ricapitolando, adesso sappiamo cos’è l’aberrazione cromatica e sappiamo i motivi per cui si genera. Questo ci permette così di agire prima di tutto in fase di acquisto e successivamente sappiamo come comportarci sul campo quando scattiamo. Potremo, infine, andare a correggere in post-produzione quel minimo di aberrazione cromatica che sempre ci ritroveremo nei nostri scatti, in quanto i software moderni hanno un database di tutte le ottiche in commercio e sanno come agire digitalmente per ridurla ulteriormente.
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